Comune di Silius
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Storia del Comune

La presenza dell’uomo nel territorio del Comune di Silius risalirebbe al IV-III millennio a.C., limitatamente, però, agli altipiani posti a sud-ovest del territorio, in prossimità di s’Incorradroxiu, in comunicazione visiva conPranu Muttedu di Goni, dove sono stati individuati circoli funerari e cultuali. Sicure fonti archeologiche si hanno per il periodo nuragico. A 8 km dal paese, nella località denominata Nuraxi, che prende il nome dal paese omonimo scomparso già nel Cinquecento, incluso, in parte, anche nel territorio di Ballao, si trovano i resti di antiche vestigia nuragiche tra cui due domus de janas e diversi nuraghi, situati nei rilievi predominanti; la maggioranza dei quali furono rioccupati dai Romani per controllare il confine tra Gallilenses, barbari della Gallila-Gerrei, e i Patulcenses, abitanti più civilizzati delle pianure. Quattro di essi, Santu Damianu, l’unico visitabile, Coronellu, Pala de is Arrolis e Foddi, formano un quadrilatero nel cui centro doveva trovarsi l’abitato. A est e in prossimità del centro abitato del Comune di Silius e della SS 387 del Gerrei è sito in località Funtana Crobetta un pozzo nuragico in ottimo stato di conservazione. La zona fu abitata anche dai Punici, come testimonierebbe il ritrovamento in località Domixedda di tombe puniche ricche di reperti. Il periodo romano è testimoniato dal toponimo Funtana di Apuddu (Fontana di Apollo), dove sono presenti due sorgenti abbondanti di acqua potabile. In prossimità di questa vi è una chiesetta medioevale dedicata a Santa Maria di Cleofe festeggiata il lunedì dopo Pasqua. Il primo a dare notizie di Silius fu Giovanni Francesco Fara, il quale nel suo cinquecentesco De Rebus Sardois lo include nella curatoria del Gerrei o Galilla dov’erano le ville di Nuraxi, Siuro e Sassai, oggi comprese nel territorio del Comune di Silius. Di Sassai è tutt’oggi possibile visitare le rovine, ristrutturate, del castello medioevale detto Orguglioso, risalente alla metà del Duecento. Questo fortilizio, a base rettangolare, teatro di guerra tra l’Arborea e l’Aragona nel 1353, conserva, parte delle mura perimetrali, quasi tutta la torre quadrata, la cisterna, il forno e le mura delle strutture interne con parti delle soffittature a mezza botte. Appartenente alla diocesi di Dolia, inserita nel 1503 nell’Archidiocesi di Cagliari, Silius insieme alle altre ville del Gerrei, nella divisione del 1258 quando cadde il Giudicato di Calari, fu assegnato al Conte di Capraia, e all’estinzione della sua discendenza, nel 1324, dato in feudo a Berengario Carros. Nel periodo delle guerre tra il regno d’Aragona e il giudicato d’Arborea fu occupato dalle truppe di quest’ultimo fino al 1409, anno della sua capitolazione. Nel 1493 verrà venduto a Raimondo Zatrillas. Rimarrà di proprietà di questa famiglia fino al 17 settembre 1814, data di morte di don Francesco, ultimo erede di quella casata. Nel 1816 il feudo divenne proprietà di don Pietro Vivaldi Pasqua marchese di Villaclara, nipote del precedente da parte di madre. Incluso nel 1821 nella provincia di Cagliari, il feudo fu riscattato il 15 maggio 1839. Dal 1846 al 1981 il paese ebbe un incremento lento ma progressivo della popolazione. Infatti, nel 1846 (V. Angius) contava 692 anime, nel 1861 823, nel 1901 971, nel 1951 1133; nel censimento del 1961, successivo all’attivazione delle miniere contava 1328 abitanti, con un incremento del 17,2%, fino a toccare la punta più alta nel 1981 con 1472 abitanti. Dopo questo ultimo censimento l’andamento della popolazione segue le sorti negative della miniera: nel censimento del 1991 aveva 1383 abitanti, pari a un decremento del 6%; al 1° gennaio 2008, 1308 con un ulteriore decremento del 5,6% (404 famiglie in 458 abitazioni, densità di popolazione nel territorio del Comune di Silius circa 34 per kmq)

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